Buonasera.
Circa un mese fa lo smargio mi ha detto: vado a comprare le sigarette, torno in un battibaleno.
Non l'ho più visto. Che banale clichè, direte voi. Sarà, ma mi è tornato stanco morto solo poche ore fa. Io non so dove sarà stato tutto 'sto tempo. Mi aspettavo, chessò, tornasse da un momento all'altro lasciandomi una lucertola sullo zerbino, un topo morto, un uccello a pezzi con le classiche piume sparse dappertutto.
A volte lo fanno, portano doni. Invece niente. Niente di niente.
Riporto il nostro dialogo per farvi capire ciò che ho passato.
- Ciao smargi, bentornato.
- oh ciao. Non puoi sapere...
- ah no, non posso, no.
- ti ricordi la velina?
- e chi se la dimentica, quella.
- ecco, ero in tabaccheria e mi ha portato via.
- zum-pa-ppà
- MA E' VERO
- continua che mi sto divertendo
- allora: siamo stati a Frittole in vacanza, hai presente?
- ma ceherto! nel millecinque. per quello non chiamavi mai al cell, un sms, neanche una cartolina...
- vedo che capisci. Senti, è successo un fatto. Come posso spiegare? Un fatto... banausico.
- bana-che?
- banausico. Mhh: un'arte puramente meccanica... grettamente utilitaristica, interessata...
- hai fatto sesso!
- ma che volgarità! No! Certo che no. L'ho amata molto. In modo banausico.
- E siete felici?
- No. E' un'ingrata quella: un giorno le ho portato a casa cinque lucertole e due uccelletti morti di fresco per farle un grande regalo, e mi ha lasciato. Ci credi? Pazzesco. Ha detto che sono una bestia.
- valle a capire le veline.
- ma 'nfatti, guarda.
- e allora sei tornato.
- Qua sto, no?
- E ti vedo, sì.
Quindi, care genti che passano per questo ameno loco col calesse, accostiamoci con regalità alla parola di questa primavera stramba, fatta di uccelletti e lucertole morte sugli zerbini di casa. Vi suggeriamo quindi:
Circa un mese fa lo smargio mi ha detto: vado a comprare le sigarette, torno in un battibaleno.
Non l'ho più visto. Che banale clichè, direte voi. Sarà, ma mi è tornato stanco morto solo poche ore fa. Io non so dove sarà stato tutto 'sto tempo. Mi aspettavo, chessò, tornasse da un momento all'altro lasciandomi una lucertola sullo zerbino, un topo morto, un uccello a pezzi con le classiche piume sparse dappertutto.
A volte lo fanno, portano doni. Invece niente. Niente di niente.
Riporto il nostro dialogo per farvi capire ciò che ho passato.
- Ciao smargi, bentornato.
- oh ciao. Non puoi sapere...
- ah no, non posso, no.
- ti ricordi la velina?
- e chi se la dimentica, quella.
- ecco, ero in tabaccheria e mi ha portato via.
- zum-pa-ppà
- MA E' VERO
- continua che mi sto divertendo
- allora: siamo stati a Frittole in vacanza, hai presente?
- ma ceherto! nel millecinque. per quello non chiamavi mai al cell, un sms, neanche una cartolina...
- vedo che capisci. Senti, è successo un fatto. Come posso spiegare? Un fatto... banausico.
- bana-che?
- banausico. Mhh: un'arte puramente meccanica... grettamente utilitaristica, interessata...
- hai fatto sesso!
- ma che volgarità! No! Certo che no. L'ho amata molto. In modo banausico.
- E siete felici?
- No. E' un'ingrata quella: un giorno le ho portato a casa cinque lucertole e due uccelletti morti di fresco per farle un grande regalo, e mi ha lasciato. Ci credi? Pazzesco. Ha detto che sono una bestia.
- valle a capire le veline.
- ma 'nfatti, guarda.
- e allora sei tornato.
- Qua sto, no?
- E ti vedo, sì.
Quindi, care genti che passano per questo ameno loco col calesse, accostiamoci con regalità alla parola di questa primavera stramba, fatta di uccelletti e lucertole morte sugli zerbini di casa. Vi suggeriamo quindi:
Banausico
agg. (pl. m. -ci; f. -ca, pl. -che)
raro, lett. Di arte puramente meccanica
‖ estens. Grettamente utilitario, interessato: morale banausica
Come al solito il gioco consiste nel creare una frase, una poesia, una filastrocca, un gioco di parole, insomma: usate banausico un po' come vi pare. Potete anche portare lucertole e ucceletti spennati: lasciare sullo zerbino di via Verdi, 37. Frittole.
vorrei ringraziare Blepiro al quale abbiamo in qualche modo "rubato" la parola. So che non me ne vorrà ^.^
RispondiEliminaMi sento a metà tra il banale e la nausea
RispondiEliminaPer dirla in breve...
Mi sento un po' BANAUSICO
Tu,
RispondiEliminabanausico sguardo...
ti conosco mascherina.
Oibò
ma sembra di bondi una poesina!
Allora dico, senza riguardo
mavafangu.
Porgo questa mia, adesso,
RispondiElimina-di poesia, dico-
a fin banausico:
vorrei ottenerne sesso.
Il viaggiatore viaggiante, approda su un'isola simildeserta.
RispondiEliminaLì incontra un'affascinante fanciulla similsvestita dai lunghi e serici capelli... invaghito comincia a narrare la sua storia.
Lei chiede..
-Qual'è il tuo nome , o forestiero.
-Mi faccio chiamare Nessuno, sai la privacy..
-Vuoi conoscere il mio?
-Leggiadra, non mi tentare, sono un uomo sposato e in astinenza...
-Io sono la figlia del re e il mio nome è Banausicaa...
-Oh...santapenelope!
Vi regalo la poesia di uno che non scrive poesie. Però non ne legge. Nello sforzo (questo sì banausico) di dare il mio contributo.
RispondiEliminaRimbalzo e dondolo
-quasi senza fine
come quel piatto ciottolo.
-quasi senza fine
scagliato contro la noia banale
-quasi senza fine
di un dopopranzo afoso e golenale
-quasi senza fine
Banausico.
banausico è difficile, bravi.
RispondiEliminaci ho ragionato un po': se dovessi usarla, davvero, prima di essere portata via con l'ambulanza, ché usarla in giro credo faccia l'effetto di una che si crede cleopatra; ebbene, dovessi usarla (ma domani provo, poi vi dico dove mi hanno ricoverata), direi una cosa tipo:
- vorrei un nuovo taglio di capelli.
- come lo vuoi?
- banausico.
Se lo facico dalla mia amata parrucchiera, sicuro che dopo due minuti c'è l'ambulanza di fuori. o il veterinario.
Sì, digiamolo banausico è difficile, però come tutti i teppistelli alla fine si redime e dà delle belle soddisfazioni: prende per mano le signore anziane e le aiuta ad attraversare la strada! :)
RispondiEliminaperché bisogna credere in lui (ma sospetto lo facesse con secondi fini, come avere in cambio una golia).
RispondiEliminaPro verbio, pro raso, pro stata, rin pro vero, giuro: "Al contadino non far sapere quanto è buono il banausico con le pere".
RispondiEliminaRicetta del ricettatore: Prendete delle uova, sbattetele su un letto d'insalata, a parte montate della panna facendole credere di essere una star (ma anche di un'altra marca va bene), con un limone limonate quanto basta quindi con mezzo chilo di farina del vostro sacchetto in farinate un banausico maturo dopo averlo privato del cuore (che farete soffrire a parte). Mettete tutto in forno per il tempo necessario. Servite su un tavola calda, in orario di punta tra il losco ed il lambrusco. Come riconoscere un banausico maturo? Al tatto. Se ha molto tatto è maturo.
Guido, lei ci onora sempre dei suoi maravilliosi commenti!
RispondiElimina"un banausico maturo dopo averlo privato del cuore (che farete soffrire a parte)" qui dicevo di soffocare proprio :DDD
Lei è troppo gentile madamadorè.
RispondiElimina...e sapesse quante belle figlie! (no, non è vero, in verità vi dico son due maschi che fan no no nooohoho oh, se gli mostro il tutù).
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