domenica 28 novembre 2010

Cincischiare

Buonasera.

E dopo esserci fatti una doccia intera con la salivazione prodotta dal ciucciamento dell'indice, dichiariamo manigoldo assoluto l'autore del seguente commento:...

"M'è giunta voce che in codesto loco,
si calan brache e scippano vecchiette,
e che voi dite ch'è soltanto un gioco,
ma più sfizioso del comùn tressette.
E allora gioco, punto, lascio un soldo,
e passo il turno a un nuovo manigoldo."
(di Waxen)

che oltre a distinguersi per il ritmo, le alliterazioni, i chiasmi e le iperboli (non chiedeteci cosa sono: non lo sappiamo), elargisce a piene mani complimenti al blog, che fungono da sapone alla doccia di cui sopra. Perché qui vincono i raccomandati, certo, ma anche i complimentosi. Sapevatelo!
Meritevole di menzione è anche "manigoldo fu quel libro e chi lo scrisse"  (di Tenebrae). E infatti lo menzioniamo.
E giunge quindi l'ora di farci verbo. Cosa dite? Che ci stiamo montando un po' troppo la testa? Uhm niente affatto e poi, chiunque l'abbia detto, si zittisca sennò lo fulminiamo. E comunque bando alle ciance, proclamiamo la nuova parola il verbo

Cincischiare



1. Tagliuzzare in modo irregolare:
es.  "se non studi e ti comporti bene, cincischierò con sadismo i tuoi poster di George Michael."
2. Sgualcire:
es. "toh guarda, sedendotici sopra, hai cincischiato il cappello di quel signore."
3. Perdere il tempo senza concludere nulla:
es. "Smettila di cincischiare e spiegami una buona volta come hai fatto a bagnarti dalla testa ai piedi compresi i capelli entrando in quella pozzanghera che ha appena appena un dito d'acqua!"

Buon divertimento e non cincischiate troppo: nuoce gravemente alla salute.

martedì 23 novembre 2010

Manigoldo

Buonasera.

Ed è con l'indice indegnamente pieno di saliva, ché a forza di ciucciare, qui è tutto uno schifo (no, in verità c'abbiam preso gusto), che ora ci accingiamo a declamare colui che si è distinto nel gioco smargiasso del post precedente (maledetti, è una fatica che se lo sapevamo).
Comunque, senza ovviamente fornire ragione, dichiariamo vincitore del post Vetusto (squillino le trombe e rullino i tamburi.):

"vetusto è chi sa cosa vetusto è"
(di ioGuido, il raccomandato del giorno).

Particolare menzione va a wallacy (l'amore per i vecchiacci) e a Purtroppo (l'amore per le suocere), che son temi che vincono sempre. A tutti gli altri, c'è sempre la possibilità di spedire un cesto di frutta verdura e qualche cappone. Non si sa mai. 
Passiamo ora alla nuova (per dire) parola:

Manigoldo 



Furfante, briccone (anche scherz.):
es.1. Ehi tu, manigoldo, tira su quella vecchia! Non vedi che per rubarle il borsellino l'hai rovinata a terra? Il borsellino lo puoi tenere, tanto la vecchia è povera.
es 2. Calare i calzoni e mostrare il sedere di fronte a una signora! Brutti manigoldi! Se v'acciuffo passerete un guaio! (disse lui sventolando il bastone da passeggio).
es 3. Da giovine ero un tale manigoldo che quando tornavo a casa mia mamma mi batteva sempre, sulla fiducia.

Buon divertimento. 
Se nel giocare muori dal ridere, guarda bene: c'è sempre un manigoldo vicino a casa tua su cui puoi far cadere la colpa. Se non lo vedi, non ti preoccupare: vuol dire che il manigoldo sei tu.


sabato 20 novembre 2010

Vetusto

Buonasera.

E' con il dizionario aperto sulle gambe e il dito indice ben ciucciato (al fine di girarne le pagine alla ricerca di ciò che ci serve) che diamo inizio al gioco con la prima parola:

Vetusto

 
1. Che è molto antico, e perciò è degno di stima, venerazione, rispetto:  
es. "per quanto vetusti, si fa molta fatica a portare rispetto per certi vecchiacci."
2 Che è molto vecchio, detto di persona:  
es. "i smargiassi sono due vetusti che lasciamo perdere."

Ora che conosci una parolina in più, prova domani ad usarla in pubblico. Ti diranno: eh?
Tu gli racconterai di noi e loro, molto probabilmente, ti roncoleranno.

mercoledì 17 novembre 2010

Orsù

Dove siete capitati? Vi chiederete. Ma non è detto. In fondo, perché farsi domande?
Però noi rispondiamo alle vostre non-domande con molto piacere, così, giusto per rompere.

Ordunque:

l'idea di questo posto nasce come passatempo di due cervelli scalzi in un lontano (ma non troppo) giorno di pioggia a catinelle e banalissima noia: iniziano a collezionare e scrivere in un foglio alcune parole tuttora in disuso, ma che non molto tempo fa facevano parte del colloquiare quotidiano. L'epidemia contagia le genti intorno a gran velocità ed è di portata tale da far pensare immantinente alle due menti scalze di averla fatta grossa: il gruppetto riunitosi ne partorisce 370 in poche ore. Nascono così "i smargiassi", creature intente d'ora in poi ad impadronirsi delle vostre notti, delle vostre giorni, delle vostre menti, delle vostre madri (e padri), delle vostre tutti, al fine di colonizzare la terra intiera e renderla popolata solo da genti dalla mente scalza. Quel giorno, finalmente.

Regoline, poche e confuse

1. Il gioco consiste nel creare, con la parola che trovate nel post, una frase. La frase che pensate va messa nei commenti.
2. La frase che pensate può fare: piangere, ridere, commuovere, saltare, roteare, far fare la verticale sulla testa, far cadere dalla sedia, far ingoiare un tino dalla felicità, lettera, testamento, o tutte queste cose messe insieme.
3. Si può scrivere in prosa o poesia. Vietati i poemi.
4. La frase più bella per i smargiassi sarà messa da qualche parte nel blog visibile a tutti, fino a sostituzione per frase migliore. Faremo preferenze a seconda delle personali amicizie.
5. I smargiassi hanno potere assoluto su tutto e lo useranno in maniera arbitraria, dispotica e casuale a seconda dell'umore o del tempo metereologico, e non è sindacabile.
6. I smargiassi, dopo qualche tempo che non vi è dato sapere, lanceranno una super-gara. Chi vince potrebbe, ma non è detto, essere blogrollato nel blog per qualche tempo.

Un giorno inizieremo con la prima parola.
No, non domandatevi quando.
Quindi, per rispondere a questa vostra non-domanda, vi diremo che inizieremo il giorno.

A quel giorno lì, allora.