domenica 30 ottobre 2011

Lucca, un anno dopo

Driiin driiin
driiin driiiin
- Pronto, chi parla?
- Smargio sono io, la smargia
- Cosa hai fatto?
- Smargio, aiuto, mi sono persa
- Succede, stai tranquilla, serena. Respira e dimmi cosa vedi.
- Un power ranger rosso, l'allegro chirurgo, joker con un'infermiera...
- Deve averti fatto male leccare il vecchio francobollo, ieri. Te l'avevo detto che era rischioso, che era scaduto. Comunque intendevo il nome di una via, un incrocio, dammi delle coordinate più precise
- c'è un albero
- e prendi una corda! Ma dico io.
- C'è una chiesa che si chiama S. Michele
- Non entrare mi raccomando, non-entrare. Sai cosa è successo l'ultima volta. Evita, per favore.
- Va bè, solo perché mi sei dovuto venire a raccogliere con la paletta, quanto la fai lunga.
- senti, altre cose?
- tendoni da circo, grossi bussolotti con la fila davanti, gente con i bracciali colorati al polso. Mi sto inquietando, smargio.
- Ok, dimmi in che periodo dell'anno sei.
- nello stesso tuo, suonato! E' autunno.
- Ok, aspetta che inserisco nel cervellone i dati.
- gira lentamente la manovella che poi ti resta in mano.
...
- elaborato i dati?
- no, ma nel frattempo mi son fatto un caffè.
- Per favore muoviti che c'è un templare con una spada di fuoco che si fa fare le foto, non capisco, sono inquieta.
- indossa l'apposito salvagente che troverai alloggiato sotto il tuo sedile e ricorda tutte le mossette che ti ha fatto vedere la hostess al decollo.
- Aspetta, ho capito! Siamo a Frittole!
- Ancora con quella storia, sai che non ne vado fiero. Credo che tu sia a Lucca comics.
- ma va là! ma cosa dici!?
- perché mi hai dato una spinta?
- perché sei un salame.

***
Un anno fa, qui a Lucca, ci siamo conosciuti e abbiamo concepito Arzigoogleando dove ora voi vi abbeverate di scienza, scemenza e conoscenza. Come da bravi colpevoli, siamo tornati sul luogo del delitto niente affatto pentiti di avergli dato vita, anzi decisi a perseverare sempiternamente.

Per festeggiare un anno dal concepimento, stiamo creando quest post gomito a gomito come un anno fa, dal vivo, che è molto più esilarante che farlo on line. Ammetterete che non c'è nulla come ridersi in faccia.

Per l'occasione abbiamo pensato di proporvi qualcosa di diverso, una inversione a U, una rivoluzione copernicana, un rovesciamento di fronti, il risvolto della medaglia, un cambio di prospettiva, una rotazione assiale, un'inversione dei poli, una trasmutazione di tutti i valori, un'apertura su più fronti, e io dico perché, perché! perché? è mai possibile che tu sia così granitico testardo, duro nelle tue certezze, arroccato sulle tue posizioni, scendi da quel piedistallo, il mare è pieno di pesci, i pesci vennero a galla per vedere la palla e tu invece, egoista egocentrico che non sei altro, tiene tutto per te, non parli mai, con te è impossibile finire un ragionamento non mi fai mai spiegare e insomma io voglio sapere dove hai messo la palla di pelle di pollo, per favore era mia, dammela, me l'ha regalata Apelle quella volta, e sento a pelle che Apollo se l'è presa molto a male, se l'è legata al dito e tu ti sei preso tutta la mano e non gliel'hai mai ridata, non ridai mai niente, tu; non ce la fai proprio, ti tieni tutto dentro, non si fa così, devi cambiare, io ti cambierò, gli uomini non cambiano mai, sono tutti uguali. Respira.

(evitare di leccare francobolli scaduti: andrebbe scritto nel bugiardino del francobollo)

Il gioco:
noi vi diamo un significato e voi dovete inventare/coniare la parola corrispondente. Poi mandiamo le nostre proposte a Zingarelli, oppure le incapsuliamo e le mandiamo nello spazio, si sa mai degli alieni le trovino e le usino. Fate sapere cosa preferite.

Pronti?
No.
Fa lo stesso.

Definizione: atto del riporre in frigorifero un oggetto (contenitore di alimento solido o liquido) vuoto, suscitando in colui che aprirà successivamente il frigo due reazioni sequenziali:
1. gioia e sicurezza nel trovare l'oggetto cercato (es: finalmente il succo di arancia tanto desiderato e fresco tutto per me);
2. conseguente stupore, disillusione e moccoli nel constatare la deficienza raggiunta dal/dai coinquilino/i. I moccoli aumentano esponenzialmente nel caso in cui si abiti da soli.
In senso figurato si dice anche di colui che con la sua pigrizia arreca danno a sé e agli altri.

Derivati da aggiungere: avverbio, sostantivo, aggettivo, contrario.


esempio:

verbo: insilare, v. tr. regolare, 1^ coniug
avverbio: insilamente
sostantivo: insilatore, insilante
aggettivo: insilato
contrario: infrigare (riempire il frigo con la spesa)
altri usi: insilare pensieri ("non insilarmi parole in bocca che non ho mai detto")
proverbio: A caval insilato non si guarda in bocca (Proverbio troiano).


frase: caro, cosa stai insilando?

Cogliamo l'occasione per salutare e ringraziare tutti coloro che in questo primo anno di vita hanno contribuito a rendere questo posto quello che è, e cioé una caterva di cervelli brillanti e maravillosi:

(in ordine rigorosamente sparso)
ioguido mix batduccio waxen tenebrae wallyci demerzelev blepiro benze van deer gaz 'povna maimaturo purtroppo laura chiaratiz alan bretella silas flannery melchisedec undulant annina manonimo mezzatazza e tutti gli anonimi vari (e chiediamo scusa  a chi non abbiamo citato per pura pigrizia).

Grazie.

sabato 22 ottobre 2011

Spingarda

E insomma ci troviamo a fare le pulizie autunnali in soffitta e succede che mi vedo lo Smargio con la zucca tutta infilata dentro una vecchia cassapanca e le sacre sponde tutte per de fora, i piedini anche un po' per aria che ondeggiano.
Smetto di mangiare ragni e leccare ragnatele e lo guardo incuriosita. Furtivamente lo vedo infilarsi in tasca qualcosa e riemergere tutto rosso in faccia, forse per la cosa trovata o forse per il sangue che nel frattempo è tutto andato in testa.


- cosa nascondi in tasca?
- niente
- ma se ti ho visto?
- non è vero
- si che è vero
- invece no
- invece sì
- no
- sì
- no
- sì

Siamo andati avanti tutta la notte. La mattina eravamo ancora lì, e io ho vinto

- ok, hai vinto
- cosa ho vinto?
- un pandoro per Natale
- non è vero, non ce l'hai
- invece sì
- invece no
- sì
- no

Siamo andati avanti fino all'ora di pranzo. Abbiamo mangiato e poi abbiamo continuato

- ok, va bene, non ho il pandoro, ma non ho niente in tasca
- fammi vedere
- no
- allora dimmi cos'è
- è un topo morto
- dammelo, le cose buone si condividono
- non posso
- allora non è vero che ce l'hai, dimmi la verità
- va bene, è una caramella che mi aveva regalato mia nonna il giorno che ho preso dieci nella tabellina del sei
- non è vero
- sì
- no
- sì

Siamo andati avanti fino all'ora di cena, abbiamo mangiato e poi abbiamo ripreso:

- stai sparando balle talmente grosse che mi sembri una spingarda
- una che?

"Una spingarda", prese a dire con tono severo e con perfetta dizione una voce fuori campo, leggendo direttamente da wikipedia (ebbene sì, anche le voci fuori campo ricorrono a wikipedia), "Spingarda o Springalda, o Spingardo, era usata in origine per indicare una specie di macchina da guerra che serviva per lanciare pietre. Con l'invenzione della polvere da sparo e la costruzione di armi da fuoco, passò ad indicare una specie d'artiglieria che lanciava, al più, delle palle da cinque a sei libbre di peso, scendendo fino alle palle di sei once, e per la marina, anche di una sola oncia (sul tipo dello smeriglio). Quelle più grandi erano fissate sopra cavalletti e trattenute con ceppi di legno. Quelle più piccole diventavano vere e proprie armi portatili e quasi manesche, come il fucile. Le grosse spingarde avevano un mascolo per mettervi la carica; le più piccole ne erano sprovviste, ed erano tutte di un sol pezzo come i cannoni. In ultimo furono anche chiamate archibusoni".


Ci guardammo attoniti. Chi parlava? Mah. Non ha importanza. Dimenticandoci completamente del battibeccare di cui sopra, gustammo insieme un cordiale a base di ragnatela in uva passa su letto di coda di topo di campagna.
 
Per i più curiosi, lo Smargio in tasca aveva questo:



domenica 9 ottobre 2011

Quinconce

E così è passata l'estate, amici. E' tempo di riaprire la vecchia soffitta di parole antiche e dar nuova linfa alla nostra meravigliosa lingua giocando allegramente insieme.

- hai preso una botta in testa quest'estate?
- no perché?
- sei stranamente calma
- mi sto scaldando.
- ok

e mentre apriamo gli scuri di questa vecchia casa piena di tesori, ci accorgiamo che

- Garbooooooo! è tornato Garboo! Garbo vieni qui!
- non  mi sembra abbia alcuna intenzione di venire
- ma cosa fa?
- corre dietro alle rondini
- si sa che tira più una piuma di rondine...
- maiale
- veramente è un gatto
- dicevo a te

dicevamo
cof cof

ritorniamo a sollazzarci con antiche parole, il giuoco è sempre lo stesso, crear poesie, prose, frasi, canzoni, situazioni e via discorrendo utilizzando la parola che tiriamo fuori dal cilindro

- ma noi non abbiamo un cilindro
- è per dire
- ah, ok.
- Senti che cosa ti tiro fuori oggi
- ma da dove che il cilidro non ce l'abbiamo?
- dal tuo cervello la tiro fuori! Adesso vado a prendere una sega circolare, non sentirai niente.


vruuuummmmm (rumore della sega circolare)

ed è con le mani piene di sangue che vi presentiamo una parolina facile facile, o che perlomeno a noi appare tale, visto che la utilizziamo tutti i giorni e nelle situazioni più disparate (che ne so, quando stiamo sotto la doccia) e disperate (questa doccia è tutta intasata dal calcare o dal pelo di Garbo):

ecco a voi...

Quinconce: s.m. disposizione di cinque unità nel modo in cui è tipicamente raffigurato il 5 sulla faccia di un dado o su una carta da gioco. Il nome deriva dal Quincunx della monetazione romana.

es. 1: correva l'anno 1997 e ci ritrovammo quinconce per agevolare il tiro della ciabatta al malcapitato al centro. Che allegre scorribande!

es. 2: l'altro giorno al mercato rionale la fruttivendola mi incartò i ravanelli di stagione a quinconce come di consueto.

Augurandoci che vi dedichiate con estremo sacrifizio e sudore alla composizione di grandi opere letterarie (brevi) utilizzando quinconce, facciamo sapere che Lolafalana, dopo aver distrutto il divano dello Smargio aspettando Garbo, è scappata con Rudi Protrudi. 
Salute.

lunedì 11 luglio 2011

Buone vacanze e andateci piano con la crema solare che tanto in ufficio non vi serve.

Care genti dalla mente antigua,
sappiamo che Garbo ha preso in ostaggio Ioguido. Non abbiamo ricevuto richiesta di riscatto per cui abbiamo motivo di credere che stiano bene entrambi. Probabilmente Garbo, conoscendolo, va a caccia di rane che poi Ioguido cucina per entrambi. Speriamo in una cartolina.
Nel frattempo abbiamo deciso di salutarvi con una TOP'TEN delle creazioni delle vostre menti eccelse.
Siccome siamo smargiassi, quindi incapaci di seguire regole, abbiamo proceduto così:
io ho bendato lo smargio, poi l'ho fatto girare per la stanza prendendomi gioco di lui per un bel po'. Dopo averlo visto sbattere ripetutamente su ogni spigolo, prima che venisse meno l'ho portato davanti ad una ampolla per l'estrazione a sorte delle frasi più belle. Ma dentro c'era un pesce. Pirana. In barba a grattachecca e fichetto, dopo che il pirana gli ha mozzato un dito, sanguinante per la stanza l'ho condotto all'ampolla vera. Con l'altra mano ha così estratto i vincitori. Poi è svenuto smoccolando. Il dito avanzato dall'ampolla l'ho spedito a Grattachecca e fichetto, speriamo in un contratto.

In ordine sparso e senza alcuna logica:

"Vetusto è chi sa cosa vetusto è" (ioGuido)

"M'è giunta voce che in codesto loco, si calan brache e scippano vecchiette, e che voi dite ch'è soltanto un gioco, ma più sfizioso del comùn tressette. E allora gioco, punto, lascio un soldo, e passo il turno a un nuovo manigoldo."
(Waxen)

 "O Cionci! 'un cincischia' tanto se tu cincischi tu c' inciampi, Cionci!" (povna)

 "La pillola del giorno poscia." (Undulant)

 "E poscia e poscia e poscia sarà come morire" (Mix)


 (mestieri del bel tempo andato a male):
l'ebanista Aronne Piperno
lo scopritore di continenti
il garcon pipì
il rimettitore di orologi delle torri
l'accendi lampione a petrolio
il battirame
il norcino a domicilio
lo strillone
il sacerdote di Anubi
 mix

e

il venditore di ghiaccio (purtroppo)



Garbo

"Garbato amore mio". Un giorno ho sentito una canzone che iniziava proprio così. Non era una canzone bella bella. Era una canzone bella. Una serie di strofe simili tra loro, giocate sulla ripetizione e su minime variazioni. Un giro di accordi facili. Non era una canzone bella bella. Ma mi ha dato molto da pensare vedere "garbo" vicino a "amore". E mi è piaciuto. E ho cominciato a sognare un amore garbato. Non era una canzone bella bella. Ma quando ho conosciuto Francesca, mi è piaciuto riconoscere in lei un amore garbato. Purtroppo


    Io no, non canterò di postriboli possibili, di amiche ammiccanti, di trucchi senza veli. Non canterò dell'età dell'eros, degli inviti Galanti, del tempo rifatto. Io no, non canterò del malcostume mezzo gaudio, del turpe loquio ascoltato, dell'arrogante indagato. Io no, io... ops!
ioguido


Cincischia pure attorno a questo vetusto confessionale, manigoldo. Poscia che c'avrai visto di dentro il mio sguardo grandguignolesco, correrai a genufletterti. Orsù, peccatore!
Mix
  
 (e per finire, che è poi un tornare all'inizio), qui che si parla-va molto bene, bene di noi)

Questo posto è divertente,
da sfogliare immantinente.

io già so con gran certezza
di sputare poesia grezza,

ma qui il fatto è assai diverso
certe volte controverso.

ora infatti mi si chiede
un vetusto contropiede,

un ossimoro gioioso
da cantare assai gravoso.

ecco qua, ora vi dico,
che vetusto fu un mio amico.

egli disse "sono vecchio"
rimirandosi allo specchio,

ma io gli mostrai saggezza
accennando una carezza

e lui avendo assai gradito,
disse "godo, son guarito!"

Wallyci

*******
Ecco qua, smargiassi che v'avventurate in codesto loco.
Fa caldo.

Per salutarvi ma non a boca asciutta,  agli eroi proponiamo una sfida: comporre una frase con

masnadiero
ubertoso
postribolo
banausico


Il vincitore vince un tubetto di crema solare da ufficio.
Se vi vediamo in spiaggia vi veniamo a picchiare con il dito (rigido) dello smargio. Lo smargio lo riconoscete perché ha un dito in meno.
Ciaoooooo!

giovedì 16 giugno 2011

Garbo

- Smargio, ciao. Devo darti una notizia, non ti agitare.
- Cosa è successo?
- E' sparito Garbo, son tre giorni che non torna.
- Oh cacchio, come l'anno scorso. Sarà a femmine, ma poi è sempre tornato. Non credo ci siano gli estremi per la disperazione, non ancora, almeno.
- Mh, no. Ma è che...
- E Lolafalana?
- Ecco, appunto.
- Dov'è? sarà di là che miagola.
- Sì, e di là, non mangia da ieri e
- e...
- ecco Smargi, vedi, quando una femmina, devi cercare di capire...
- E...
- Si sta rifacendo le unghie.
- No cazzo no, il divano di nuovo NO.
- Smargi stai calmo.
- Questa volta Garbo me la paga, non si fa così.
- Certo, eh, il divano...
- Eh certo! Anche tu però, e CR§£### AAAAAAAAAAAAHH! ma insomma, fermarla no?
- Solidarietà femminile, se potevo le portavo anche la poltrona, ma pesa troppo
- PAZZA!
- Guarda, te a sensibilità comunque...
- Ok, vado a prendere Lolafalana, la porto dal pescivendolo, vediamo se si ripiglia. Poi mi siedo qui e aspetto che torni Garbo.

E ANDIAMO. 

garbo
 
 Modo educato e cortese di agire, parlare, trattare con gli altri e sim.: suonare, cantare con garbo; persona piena di garbo, gattino pieno di garbo, malattia mortale piena di garbo.


Per chi si fosse messo in ascolto solo ora, o fosse approdato in questo ameno luogo cliccando su google, ad esempio, Lolafalana, ricordiamo il nobile obiettivo di questo blog: rifarsi al significato riportato sopra (ma anche no: il bello è trasgredire) onde per cui ci aspettiamo un fiume di esempi, uno tzunami di proposte, uno strabordare di canzonette o, più semplicemente, di belle frasette con la parola GARBO. Con garbo, capito, come Greta Garbo, garbo.

sabato 7 maggio 2011

Banausico

Buonasera.
Circa un mese fa lo smargio mi ha detto: vado a comprare le sigarette, torno in un battibaleno. 

Non l'ho più visto. Che banale clichè, direte voi. Sarà, ma mi è tornato stanco morto solo poche ore fa. Io non so dove sarà stato tutto 'sto tempo.  Mi aspettavo, chessò, tornasse da un momento all'altro lasciandomi una lucertola sullo zerbino, un topo morto, un uccello a pezzi con le classiche piume sparse dappertutto. 
A volte lo fanno, portano doni. Invece niente. Niente di niente.
 
Riporto il nostro dialogo per farvi capire ciò che ho passato.

- Ciao smargi, bentornato.
- oh ciao. Non puoi sapere...
- ah no, non posso, no.
- ti ricordi la velina?
- e chi se la dimentica, quella.
- ecco, ero in tabaccheria e mi ha portato via.
- zum-pa-ppà
- MA E' VERO
- continua che mi sto divertendo
- allora: siamo stati a Frittole in vacanza, hai presente?
- ma ceherto! nel millecinque. per quello non chiamavi mai al cell, un sms, neanche una cartolina...
- vedo che capisci. Senti, è successo un fatto. Come posso spiegare? Un fatto... banausico.
- bana-che?
- banausico. Mhh: un'arte puramente meccanica... grettamente utilitaristica, interessata...
- hai fatto sesso!
- ma che volgarità! No! Certo che no. L'ho amata molto. In modo banausico.
- E siete felici?
- No. E' un'ingrata quella: un giorno le ho portato a casa cinque lucertole e due uccelletti morti di fresco per farle un grande regalo, e mi ha lasciato. Ci credi? Pazzesco. Ha detto che sono una bestia.
- valle a capire le veline.
- ma 'nfatti, guarda.

- e allora sei tornato.
- Qua sto, no?
- E ti vedo, sì.



Quindi, care genti che passano per questo ameno loco col calesse,  accostiamoci con regalità  alla parola di questa primavera stramba, fatta di uccelletti e lucertole morte sugli zerbini di casa. Vi suggeriamo quindi:

Banausico

agg. (pl. m. -ci; f. -ca, pl. -che)
raro, lett. Di arte puramente meccanica
estens. Grettamente utilitario, interessato: morale banausica


Come al solito il gioco consiste nel creare una frase, una poesia, una filastrocca, un gioco di parole, insomma: usate banausico un po' come vi pare. Potete anche portare lucertole e ucceletti spennati: lasciare sullo zerbino di via Verdi, 37. Frittole.

domenica 10 aprile 2011

Uopo, aduso, versatile, alterco

Buonasera.

Siamo verso la fine dell'anno scolastico e come ogni professore che si rispetti ci sta vendendo il fiato corto perché siamo indietro con il programma, siete degli asini, ovviamente non è colpa nostra, ci sono i tagli, cosa fai tu Rigossi, è inutile che ti nascondi, Francucci piantiamola di giocare a calcio con la 5 cent per favore, e Durminello, fai la cortesia, almeno l'ultimo trimestre dimostra di avere altro oltre i fagioli secchi in quel cervello. Giàndoli, togliti le dita dal naso che a diciannove anni è ora. E voi due, non riesco a capire chi siete, se vi staccate e tornate DUE entità separate per un minuto, ecco, bravi, fate il favore; capiamo che è primavera, ma contegno. Asini ve l'ho già detto? Ve lo ridico, repetita iuvant.
Bene, visto che per colpa vostra siamo indietro, ora recuperiamo: abbiamo intenzione di fare diciottomilapagine del programma in una settimana e compito a sorpresa martedì prossimo. Chi non c'è paga pegno e lava i bagni del nostro piano. Tanto a noi della vostra istruzione non importa niente, fate come volete. Però i bagni li lavate lo stesso.


Bene, cominciamo.
Le parole di questo giorno sono quattro:

uopo
 s.m. lett. Bisogno, necessità
 

aduso

 
agg.
lett. Adusato, avvezzo



versatile

 
agg. (pl. -li)
Che ha svariati impieghi, che si adatta a varie funzioni: un'apparecchiatura molto v.
‖ Che è portato alle attività più diverse, che si interessa a diverse discipline.


 

alterco

 
s.m. (pl. -chi)
Scambio aspro e scomposto di parole, di insulti; litigio: tra i due scoppiò un a.


in cosa consiste il compito a sorpresa? il candidato dimostri di saper comporre una frase di senso compiuto - ma anche incompiuto -  usandole tutte e quattro, contestualizzando, ritmando, ballando, potete anche cantare, fare la giravolta, falla un'altra volta, guarda in su, guarda in giù, dai un bacio a chi vuoi tu. NO! VOI DUE NO! PER FAVORE QUALCUNO LI STACCHI.
(e se mandate i vostri genitori, sappiate che ho del lambrusco buonissimo, brinderemo alla vostra asinità burlandoci di voi, li abbiamo corrotti, siete SOLI)

domenica 27 febbraio 2011

Masnadiero

Buonasera (anche se sono le 15,30, si dice già buonasera).  

Quest'oggi, non avendo noi tempo per introdurre lungamente la nuova parola, datosi che  tra le mille proroghe non si son sprecati  nemmeno in una riga per la dilatazione del tempo (è proprio vero che non si fa nulla per la povera gente), siamo ad alzare la posta in gioco abbassando l'asticella del vostro limbo mentale, e chiedendo alle vostre menti acrobazie ginniche senza precedenti.

Masnadiero


1. assassino o brigante di strada: 
es. 1: "fu colto / da stuol di masnadieri" (Metastasio) | 
es. 2: "e l'uno de' masnadieri, che era tre, disse verso Rinaldo: "e voi, gentile uomo, che orazion usate di dir camminando?" (Boccaccio, giornata II, novella 2 di Neifile)
2. Soldato della masnada. 
3. Fante o birro del bargello.


Al via, quindi! Prodighiamoci in codesto nuovo giocamento, speranzoni che la pigrizia abbandoni le nostre molli menti e prenda sopravvento il cristallino scintillare dei nostri fieri intelletti! 
(Ma anche un bel budino al cioccolato, in alternativa).

martedì 15 febbraio 2011

Ubertoso

Buonasera.

Signore e signori, Ladies and Gentlemen, Madame et Messieurs, in questo giorno molto italiano, mentre imperversa il festival sanremese nel fu tubo catodico, prima che il sonno ci colga impreparati e ci faccia addormentare facendo spaventare i nostri cari in quanto posizionati sulla poltrona come se incidentalmente caduti da un palazzo (passami l'ossigeno, è dietro, grazie), siamo a declamare i coraggiosi che ci provarono con Postribolo: lui, lui, lui e infine lui (uè dove sono finite le rappresentanti del gentil sesso?).
Inoltre siamo qui riuniti per proporvi la nuova parola:

Ubertoso


agg
[letterario] [detto di terreno] fertile, produttivo
1. es. "Egli sposò la sua signora soprattutto affascinato dalle sue ubertose idee".
2. es. "è stato ubertoso il cazziatone che mi ha fatto l'altro giorno il mio dentista".
3.es. "i miei tempi non c'era tutta questa ubertà sessuale che avete adesso voi giovinotti". "Libertà, nonno, li-ber-tà". "No no, io intendevo proprio ubertà!"


E tirandoci la copertina a scacchi sulle ginocchia, vicendevolmente e con un po' di astio anziano, vi diamo la buonanotte. 

martedì 1 febbraio 2011

Postribolo

(Antefatto)

Buonasera.
Siamo a rammaricarci molto con i nostri lettori per il ritardo nel dare una nuova vetusta parola, nel creare il consueto sollazzo settimanale; purtroppo ultimamente abbiamo avuto dei problemi giudiziari, sono uscite delle intercettazioni che ci hanno messo in una brutta e disdicevole situazione.
Segue (non senza grave senso di vergogna) un estratto di intercettazione su cui tutte le procure mondiali stanno lavorando. Ma noi vogliamo trasparenza.

- Smargi? Sono preoccupata.
- Uhm, e perché mai?
- Mah sai, questa qui che presenta con noi, non so...
- Ma dai non ha mica la lebbra. A me sembra normale.
- Sì, ma si spoglia sempre, capisci? Non si tiene, non si tiene!
- Senti, non vedo dove stia il probl...aaaaah quel problema, dici.
- Eccerto! Nuoce al decoro, suvvia!
- ...
- Come facciamo, smargio? Non possiamo licenziarla, capisci? Poi abbiamo i sindacati delle signorine addosso!
- Sì, d'accordo, ma ricorda che lei si è laureata con 110 e lode ed è di madrelingua inglese. Si dice così, no?
- Comunque questo posto sta rischiando di trasformarsi in un...in un...come si dice quella roba lì?
- Intendi un postribolo?
- Sììì esatto.
- Ok, e allora se postribolo dev'essere, che postribolo sia!

(signorina, porga la busta in modo educato e consono al prestigio di codesto loco)
(tenga)
(perché parliamo tra parentesi?)
(aumenta il decoro e il prestigio)
(certo)
 
Postribolo 

lett. Casa di meretrici, di prostituzione
1. es. "Finisco invitando l'onorevole Iva Zanicchi ad alzarsi e venire via da questo postribolo televisivo"

e con questo vi salutiamo. 
Ricordiamo le regole:
- non telefonare ai programmi tv e riattaccare;
- scrivere una frase, una filastrocca, una poesia, un gioco di parole con la parola citata;
- vietati i poemi, a meno che non vi chiamiate Alfieri;
- ah: non spogliarsi.

venerdì 14 gennaio 2011

Gran Galà

Buonasera.

Signore e signori,
eccoci qui riuniti nella splendida cornice  webbiana in questo gran galà che non si sa di preciso cos'è, ma è di molto bello da dire. Gli uomini indossano lo smoking ostentando sicurezza coi loro sigaroni comprati al market, le donne esibiscono le scollature più audaci, ingioiellate come abat jour del diciottesimo secolo.
Noi,  seduti in prima fila, ce la ridiamo come scemi in quanto - udite udite - sotto l'alto patrocinio degli smargiassi sottoscritti noistessi essendo, ci accingiamo a premiare finalmente con l'ambìto riconoscimento tutti coloro che si sono distinti nelle settimane precedenti nei giochi e nei sollazzi proposti.
L’alto valore dei contenuti espressi sui temi ha indotto la giuria (composta  da tutte le nostre personalità multiple, spesso in disaccordo violento tra di loro) ad una selezione accurata dei manoscritti pervenuti in redazione (anche se ciò non corisponde al vero, è di molto bello da dire). 
Tenuto conto delle condizioni del suolo, del clima, delle farfalle (c'entrano sempre, le farfalle) e di altre tre-quattrocento variabili, procediamo ordunque a premiare i meritevoli, castigare i malfattori e consolare vedove e orfanelli che hanno perso tutto al Casinò.

PRIMO e UNICO CLASSIFICATO
(signorina apra la busta)
(non mi ha dato nessuna busta)
(Improvvisii, Diamine! Scusatela, è una giovane precaria in nero):
(...)
(Non si spogli! Ma cosa fa?)
(Cerco la busta...)
(Faccio io. Portatela via!)

Dove eravamo rimasti? Ah sì. 
Il primo e unico classificato:  
per aver disegnato scenari futuristici impensati e rappresentato con accenti di sincera partecipazione umana il dramma di tutto un popolo, dichiariamo vincitore

 IoGuido
(lasciamo il giusto tempo agli applausi)
(signorina, la smetta di spogliarsi, ma insomma! Ma dove ha lavorato finora?)
(a mediaset)
(ah ecco)

Dicevamo: di seguito riportiamo la geniale creazione, segno di intelletto dotato di genio, inventiva e enorme cultura.

(Va beh adesso non esageriamo)
(Signorina, si taccia! E per favore, si copra.)

Come certo ricorderete, si  trattava di comporre una o più frasi sequenziali di senso compiuto che utilizzassero le seguenti parole: Cincischiare, Manigoldo, Vetusto, Orsù, Grandguignolesco, Poscia, Genuflettersi.
Qui di seguito l'elaborato risultato vincitore di IoGuido:

" Il cimento era arduo, il cemento armato. Bianca la missione impossibile  di pace, nera quella di pece, possibile? La frase da farsi si mordeva la  coda in fila mentre quella drogata era già fatta. L'ora era tarda, il  cronometro scattato ed il tempo filava inseguito da Berta che imprecava.  Datemi un martello che bisogna rompere gli indugi, raccogliere i cocci  d'idee, preparare parole pepate per la cena delle beffe. ""  Orsù"   disse  l'orso Balosso, poscia di genuflettersi al manigoldo camuffato da  arzillo vetusto che sa cosa vetusto è, guardandolo in grandguignolesco  cagnesco. "Orgiù" rispose senz'altro cincischiare il terzo, mentre il  secondo giaceva in terra spaccato allo scadere del tempo datato. Poi un  colpo di pistola (chi, io?), mentre una macchia di rosso sangue sporcava  quella sua maglietta, FINE." 

Baci, carezze e abbracci a tutti gli altri partecipanti (tra cui citiamo Purtroppo, mix, waxen, tenebrae, demerzelev, batduccio e melchisedec) che si sono distinti con frasi esilaranti che hanno di molto bello sollazzato le nostre ore libere e spensierate di queste giornate di neve e nebbia agli irti colli piovigginando sale.

(Signorina, a che ora stacca?)

martedì 4 gennaio 2011

Il bel tempo andato (a male)

Buonasera, signore  e signori.
E certamente Buon Nuovo Anno, cari genti e care gente. 

Mentre l'anno vecchio s'appresta ormai a salutarci nei panni di un veliardo, quello novello s'affaccia baldanzoso alla vita come un bimbo con ancora pochi cappeli sulla capa (ma non sottovalutatelo: caca già come un dinosauro) .
Innanzitutto non possiamo non far menzione dei bei componimenti che i nostri amati letto-co-co-co-pro-da-in-su-per-tra-frahautori hanno creato nei commenti ai post dell'anno passato. Ci sono delle meraviglie che invitiamo a leggere a chi non l'abbia ancora fatto.
Che dire, poi? Che vi premieremo ancora? Può darsi. Chi lo sa? Chi vivrà? E poi, vedrà? Cosa vedrà? E il sagittario? E i segni di fuoco? E le Vergini? che dicono le Vergini? Qui di certo è tutto un magna magna.
Compatrioti! 
Con l'anno nuovo ci sentiamo rinvigoriti nel corpo e nell'animo e siamo quindi pronti a proporvi nuove sfide e nuovi sollazzi per il tempo libero. Siete caldi? 

Per cominciare questo decennio, i smargiassi sono a proporre una nuova tenzone che siam certi vi indurrà in tentazione, ossia a tirar fuori quante più voci possibili di una certa categoria, che ora andremo a esplicitare.

Si tratta della categoria delle "professioni (o figure) che non esistono più".

Per farvi qualche esempio, quel giorno di banalissima noia in cui nacque l'idea di questo posto, nacque anche una prima lista di codeste figure. E allora, per capirci, eccovene alcune qui di seguito:

Figure o professioni del bel tempo andato:

politico incensurato
principessa da salvare
meretrice e basta
ciabattino
sfasciacarrozze
zitella vergine
ricercatore assunto
fumettista ricco
stilista etero
artista e basta
l'anziano vecchio
la donna di casa (o angelo del focolare)
gentiluomo/gentildonna 

Ce ne sono tantissime di figure che non esistono più, i tempi son cambiati. Ma noi proprio per questo vogliamo ricordarli tutti e coinvolgervi in questa ricerca astrusa, chi più ne ha più ne metta. Siamo certi che non ci lascerete soli, anche perché lo sapete, ormai, che siamo gente poco bella e potreste trovarvi un ricordino del dinosauro (di cui sopra) nel letto. 

Cercando di non inciampare nell'inchinarci per salutare Vossignori, attendiamo impazienti il frutto delle vostre menti affilate. Anzi no, acute. Anzi no! Smerigliate. Argute. Vive. Ornate. E anche piuttosto belline, per dire.